lunedì 15 dicembre 2008

OSPEDALE SAN PIETRO FATENENEFRATELLI
PROF. CARMELO D’ASERO
PRIMARIO SERVIZIO PATOLOGIA CLINICA
ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA





ALIMENTI E ADDITIVI CHE POSSONO ESSERE IMPLICATI CON MAGGIORE FREQUENZA IN REAZIONI AVVERSE ALIMENTARI
Alimenti implicati in reazioni immediate (orticaria, angioedema, anafilassi e asma):
uovo (ovoalbumina),arachidi,noci,nocciole, frutta secca,
pesce,crostacei,latte vaccino;
Alimenti liberatori di istamina che possono dare orticaria e prurito generalizzato:
cioccolato,fragole,ananas e frutti esotici,crostacei,
albume d’uovo,formaggi stagionati,cavoli,alcool; vino rosso

Alimenti ricchi di istamina che possono dare orticaria e prurito:
tonno,sarde,aringhe,sgombri,formaggi (es. gorgonzola, emmenthal, camembert),
salsicce,salame,coppa,pancetta affumicata,pomodori,spinaci,crauti,
alcuni vini sia bianchi che rossi e birra;



Alimenti ricchi di salicilati naturali che possono dare orticaria cronica:
frutta secca,frutti di bosco,arance,albicocche,ananas,uva,cetrioli,
indivia,olive,miele,erbe aromatiche,salsa di pomodoro,tè,vini, liquori;
Alimenti in cui è presente la tartrazina (E102-colora in giallo) che possono dare orticaria cronica e asma:
succhi di frutta,bevande colorate,sottaceti,salse confezionate,senape,maionese,preparati per torte,
minestre in scatola e sacchetti,budini istantanei,cioccolatini ripieni e caramelle,lecca-lecca,gelatinegelati,marmellate

Alimenti ricchi di anidride solforosa (E220) e solfiti

insalate e macedonie in ristoranti e alberghi (in alcuni casi vengono usati degli spray per evitare che imbruniscano, mantenendo così un aspetto "fresco")
cipolline sottaceto,frutta secca,succhi di frutta,marmellate a base di frutta, baccalà, vini;












Alimenti che contengono solfiti, metabisolfiti, bisolfiti: possono creare problemi alle persone asmatiche
Sono in genere alimenti preconfezionati in cui queste sostanze vengono aggiunte come conservanti/antiossidanti e sono indicati con le sigle E221, E222, E223, E224, E225, E226, E227.

Possono precipitare crisi di emicrania, anche a distanza di ore dall’ingestione alimenti come:
formaggio, cioccolato, agrumi (per il loro contenuto di istamina o amine pressorie come la tiramina e la feniletilamina); anche i nitrati, presenti come conservanti in alcuni insaccati e carni in scatola, a volte sono responsabili di cefalee.

Cibi ricchi di nichel: Asparagi, Farina integrale, Fagioli, Nocciole, Funghi, Pere, Cipolle, Rabarbaro, Spinaci, Thè, Pomodori, Cacao e cioccolato, Piselli, Birra, Lattuga, Vino, Carote, Lievito in polvere. Terapia: ingerire per un anno delle compressine di nichel in dosi infinitesimali (prodotti omeopatici).
Benzoati Benzoato di sodio E 211 CBenzoato di potassio E 212 CBenzoato di calcio E 213 CParaidrossibenzoato di etile,... E 214 C (Sodium salt) E 215 C (Propybaraben) E 216 C (Propy-14Hydroxybenzoate) E 217 C (Methylparaben) E 218 C (Methy-14Hydroxybenzoate) E 219 C

E211Bevande a base di succo di frutta, conserve ittiche, compresi caviale e succedanei.Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale indigestione di forti dosi.
E212Bevande a base di succo di frutta, conserve ittiche, compresi caviale e succedanei.Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale indigestione di forti dosi.
E213Bevande a base di succo di frutta, conserve ittiche, compresi caviale e succedanei.Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale indigestione di forti dosi.
E214Conserve ittiche compresi caviale e succedanei, maionese.
E215Conserve ittiche compresi caviale e succedanei, maionese.Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale indigestione di forti dosi.
E216Conserve ittiche compresi caviale e succedanei, maionese.Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale indigestione di forti dosi.
E217Conserve ittiche compresi caviale e succedanei, maionese.Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale indigestione di forti dosi.
E218
Conserve ittiche compresi caviale e succedanei, maionese.
Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale
indigestione di forti dosi.

E219
Conserve ittiche compresi caviale e succedanei, maionese.
Conservanti antimuffa che hanno presentato qualche rischio per l' eventuale
indigestione di forti dosi.




















Note:

sabato 13 settembre 2008

siamo cio' che mangiamo

un uomo medio introduce circa una tonnellata di cibo all'anno e insieme al cibo introduce circa 3 kg di additivi,coloranti,conservanti ecc .una parte di questi alimenti viene digerita,assorbita e trasformata in energia,proteine,grassi;una parte delle sostaze chimiche (additivi) viene assorbita dal fegato e provoca reazioni avverse sia allergiche sia tossiche.(orticarie,pruriti generalizzati,acne,cefaleee altro.

il rapporto tra intestino o meglio mucosa intestinale e cibo e' molto importante per una buona funzione digestiva.l'intestino umano e' il piu' grosso organo immunitario e entra in contatto con miliardi di germi intestinali e di altri antigeni (proteine estranee) senza rispondere con una reazione immunitaria ;anzi la mucosa intestinale fa' passare gli alimenti digeriti e non i germi.la mucosa intestinale e' quindi una barriera "intelligente"

e' una processo molto complesso e essendo tale puo' andare incontro a diverse malattie :

alterazioni della permeabilita'

aumentata reazione immunologica alle proteine dei cibi

aumentata risposta ailla microflora intestinal

dis microbismo

candidosi intestinale

dispepsia :cattiva digestione dei cibi con variazioni dell'acidita' o alcalinita' del contenuto intestinale

infiammazioni della mucosa sia acute sia croniche

alterazioni della acidita' dello stomaco

patologie delle vie biliari e della bile

ed ancora altre

come coseguenza di questa complessita' si ha una frequenza altissima delle malattie intestinali.

la piu' diffusa e' l' intestino irritabile

venerdì 12 settembre 2008

Il sistema endoteliale

AUTORI: A. BORGOGNONI, F. FROIO, GM D’ASERO, C. D’ASERO,


Sistema endoteliale semplice rivestimento od organo multifunzione.
Gli studi degli ultimi 20 anni hanno evidenziato che il rivestimento interno dei vasi sanguigni, vale
a dire le cellule endoteliali sono un vero e proprio organo con diverse funzioni.
Esso è un organo particolare, poiché non ha una sua collocazione anatomica precisa, ma è diffuso in
tutto l’organismo ed entra in intimo contatto con tutti gli altri organi e ne regola la funzione.
Volendo dare dei numeri il sistema endoteliale ha un peso di circa 2 kg e ricopre una superficie di
circa 1000 m2, è quindi in assoluto il più grande e il più “diffuso” di tutti gli altri organi. Filtra circa
7200 litri di plasma al giorno partecipando agli scambi respiratori e nutrienti di tutti i tessuti. La
cellula endoteliale deriva dall’emoangioblasto cellula totipotente che durante la vita embrionale
forma il bottone vascolare (abbozzo vasale primitivo) e le cellule emopoietiche.
Le cellule endoteliali sono delle cellule appiattite con un citoplasma ampio e sottilissimo quasi
trasparente, sono adagiate su una membrana basale e sono unite fra loro da ponti di giunzione. Una
caratteristica preminente delle cellule endoteliali è la presenza di numerose vescicole
citoplasmatiche per il trasporto delle sostanze dal lume circolatorio ai tessuti.
Le cellule endoteliali apparentemente simili in realtà presentano variazioni di forma, ultrastrutturali
e funzionali a seconda degli organi.
Questa variabilità è geneticamente predisposta e influenzata dal microambiente.
Un esempio sono le cellule endoteliali alte dei linfonodi che permettono il passaggio dei linfociti
dal vaso linfatico ai tessuti. Così come nel tessuto nervoso le C.E. esprimono proteine di trasporto
per farmaci, glucosio e altri metabolici.
Le C.E. possono percepire i cambiamenti di pressione arteriosa, le basse pressioni di ossigeno e
possono adattarsi velocemente ai cambiamenti nel relativo ambiente.
Rispondono alle ferite, alle infezioni e possono essere attivate da citochine (prodotte anche da loro
stesse) ed esprimere molecole d’adesione per i leucociti.
L’endotelio è normalmente impermeabile alle proteine, ma nel processo infiammatorio lascia
diffondere nei tessuti liquidi e proteine.
Vi è inoltre tutto il capitolo dei recettori endoteliali per le endotossine, per i virus, per i batteri, e
parassiti, costituiti da adesine, integrine, residui di ac. Sialico, cd21, laminina e numerosi altri.
Se andiamo a valutare l’iter evolutivo delle molecole che intervengono nell’adesione del sistema
nervoso osserviamo che esse hanno una derivazione comune a quelle presenti nel sistema immune e
endoteliale; in effetti la superfamiglia delle immunoglobuline che rappresenta una delle tre
superfamiglie multigeniche di molecole di adesione include un gran numero di molecole di
adesione presenti nel sistema nervoso centrale e periferico.
L’adesione delle cellule con altri elementi cellulari o con substrati non cellulari (matrice
extracellulare) è una forma molto comune di comunicazione.
L’endotelio è capace di sintetizzare una serie complessa di prodotti che alcuni ricercatori
riconoscono come ormoni e che altri pensano più prudentemente chiamare autacoidi, poiché hanno
la caratteristica di essere prodotti, agire e essere degradati in situ, senza avere azioni a distanza. Uno
di tali prodotti, studiato da poco è l’endocardina prodotto dalle cellule endoteliali endocardiche e 10
volte più potente della endotelina.
La crescita, la proliferazione, il differenziamento, l’organogenesi e l’embriogenesi in generale sono
tutti processi molto complessi nei quali le cellule aderiscono perché comunicano e viceversa
comunicano perché aderiscono.
Anzi la matrice extra cellulare determina il fenotipo di endotelio che si deve formare.
Quindi le molecole di adesione sono dei recettori, e come tali trasducono segnali in grado di
regolare varie e complesse funzioni biologiche; così come la crescita e la differenziazione cellulare
Gli ultimi 5 anni sono stati caratterizzati dalla scoperta di nuove molecole implicate nelle
interazioni intercellulari e dalla comprensione che molecole già conosciute in passato potessero
avere funzioni adesive. Per fare degli esempi il cea e le molecole cea –like si sono dimostrate
molecole di adesione a tutti gli effetti.
Le cellule endoteliali costituiscono un ponte di comunicazione importantissimo tra fluido sanguigno
e tessuti e tutto tramite molecole di adesione. Il sistema endoteliale insieme alle cellule
immunocompetenti presentano dei recettori per virus, batteri e parassiti malarici.
I recettori più conosciuti presenti sulla cellula endoteliale sono:
integrine av3 e av5 recettori per adenovirus tipo 2
cea “ per coronarviridae
eparansolfato “ per herpes e cmv
cr2 receptor per ebv
residui ac sialico cd46 per myxoviridae
receptor egf “ per poxviridae e reoviridae
cd4 per retroviruse
e altre.
E ndotelio: funzione vasoregolatrice e controllo emostatico
La parete vascolare dal punto di vista funzionale può considerarsi costituita da due strati:
1) lo strato endoteliale ( tromboresistente ): è costituito da un monostrato di cellule che forma
una membrana selettivamente impermeabile al passaggio della parte liquida e cellulare del sangue.
2) lo strato sottoendoteliale ( trombogenico ): è costituito da una matrice extracellulare secreta
dalle cellule, ed è formata da –collagene –elastina- microfibrille- mucopolisaccaridi- lamininafibronectina-
von willebrand- vitronectina- trombospondina.
L’endotelio più la matrice subendoteliale extracellulare costituiscono l’intima dei vasi.
Le fibre muscolari lisce costituiscono la media, mentre l’avventizia è costituita da fibroblasti.
L proteine plasmatiche costituiscono un sottile strato aderente all’endotelio per meccanismi fisici
(squimming) e per forze di adesione di tipo elettrostatico, per cui un’alterazione proteica
quantitativa o qualitativa o la presenza di metaboliti tossici può turbare un delicato equilibrio.
Le cellule endoteliali posseggono sistemi enzimatici per la regolazione del flusso ematico, della
pressione e del tono vascolare, influenzano notevolmente lo stato di attivazione piastrinica e dei
fattori della coagulazione.
Azione vasoregolatrice
1 ) l’endotelio produce la renina, la quale converte l’angiotensinogeno in angotensina , inoltre
l’endotelio produce un enzima di conversione dell’angiotensina (ace) che trasforma
angiotensina I in angiotensina II, la quale ha azione vasocostrittrice.
2) produzione del fattore edrf (fattore di distensione delle cellule muscolari) tale fattore è
stato identificato nell’ossido nitrico.
L’ossido nitrico interferisce in senso negativo alla adesione delle piastrine e dei leucociti alle
cellule endoteliali in contrasto con l’attività del paf.
3) produzione di pgi2, la quale viene sintetizzata dalla cellula sotto svariati stimoli
e agisce attraverso legami con recettori specifici siti a livello di cellule muscolari dei vasi.
Endotelio ed emostasi
la parete endoteliale e il sottoendotelio per mantenere l’equilibrio emodinamico non rappresentano
un insieme statico, anzi le cellule endoteliali vengono costantemente rimosse e solo il loro turnover
eccessivo o prolungato predispone a meccanismi procoagulativi con il risultato di generare
trombina.
Fattori endoteliali con azione antitrombogena :
- polarità delle membrane: inibisce l’adesività e l’aggregazione plt
- prostaciclina ( pgi2): “ “ “
- interleuchina 1: produzione di prostaciclina
- adpasi: inattiva adp ( aggregazione plt)
- metaboliti della lipoossigenasi: inibizione dell’aggregazione plt
-sostanze eparinosimili: inibiscono la trombina
- attivazione proteina c coagulatoria. : inattiva il fattoreV e VIII attivati
- tpa: favorisce processi fibrinolitici
fattori endoteliali con azione procoagulante:
-fattore di tipo tromboplastinico: attività procoagulante
-atp: attiva le piastrine
-paf: attiva piastrine
-recettori per von willebrand e il fibrinogeno: adesione piastrinica
-pai: inibisce la fibrinolisi.
Se è vero che l’endotelio in condizioni di base presenta caratteristiche antitrombotiche (può esporre
legami per l’ATIII ,glicosaminoglicani, trombomodulina ecc) in caso di svariati stimoli si può
trasformare in superficie protrombotica, tramite sostanze come la fibrina e la protrombina che si
legano a recettori specifici sull’endotelio.
endotelio e malattia aterosclerotica
da oltre 20 anni furono segnalate le prime irregolarità morfologiche dell’endotelio sovrastanti le
infiltrazioni lipidiche delle pareti arteriose. oggi si sa che già allo stato iniziale, l’endotelio appare
malfunzionante contribuendo al peggioramento della malattia.
Le cellule endoteliali sotto “ insulto” reagiscono in modo diverso agli stimoli vasoattivi.
le coronarie indenni sì vasodilatano sotto l’influenza dell’acetilcolina; le coronarie aterosclerotiche
sì comportano in maniera opposta a causa di una ridotta liberazione di ossido nitrico e di
prostaciclina. Questa mancata vasodilatazione è stata descritta in altre condizioni cliniche come
omocistinuria, diabete mellito, ipercolesterolemia.
Meccanismi di danno endoteliale
-stress ossidativo: da lipidi insaturi-prodotti chimici-radiazioni-radicali liberi rilasciati in seguito a
fatti flogistici.
-stress di parete: alterazione nei rapporti biomeccanici endotelio/sangue inducono riarrangiamenti
del citoscheletro endoteliale alterata morfologia ed espressione genica nelle cellule endoteliali.
-omocisteinemia: interferenza col bilancio proanticoagulante dell’endotelio quando è presente a
titolo elevato.
Esempi d’implicazione dell’adesione cellulare all’endotelio.
plt: adesione, aggregazione, attivazione della cascata coagulatoria; deficit di adesione delle piastrine
all’endotelio sono alla base della malattia di Bernard-Soulier e della tromboastenia di Glanzmann.
leucociti: le molecole di adesione cam permettono la migrazione transendoteliale,
attivazione extravascolare del sito flogistico.
linfociti: le cellule endoteliali presentano antigeni di superficie ai linfociti t circolanti
(accompagnato dall’espressione di antigeni del complesso maggiore di
istocompatibiltà ) –attivazione della risposta cellulo mediata.
globuli rossi: anomala adesione tra g.r. ed endotelio può contribuire alle
complicazioni vascolari dell’anemia falciforme, dell’infezione da plasmodium falciparum ecc.
Flogosi
i primi eventi della infiammazione riguardano le modificazioni vascolari. Le cellule endoteliali,
infatti, sotto lo stimolo dell’istamina (rilasciata dai mastociti tessutali) e della bradichinina, si
contraggono determinando l’allargamento delle giunzioni intercellulari questo consente la
fuoriuscita delle proteine nell’interstizio, l’attivazione del sistema di contatto e l’attivazione delle
cellule endoteliali.
Le cellule endoteliali attivate, insieme ad altre cellule, producono interluchina 1 e TNF-alfa quindi
si autostimolano ma nello stesso tempo producono dei recettori solubili per TNF-alfa e IL1 che
fanno da antagonisti alle citochine e ne riducono gli effetti. Anche IL6 viene rilasciata dalle cellule
endoteliali, la quale ha gli stessi effetti proflogistici ma ha anche un azione limitante, coadiuvata dal
recettore ILra.
Il paf e’ sintetizzato dalle piastrine ,granulociti, macrofagi e dalle cellule endoteliali e promuove il
passaggio di liquidi e proteine verso l’interstizio.
Endotelio e tumori
Non meno importanti sono le relazioni tra cellule endoteliali, microambiente e crescita tumorale. La
crescita di un tessuto o di un tumore è garantita da un interazione dinamica tra le cellule che lo
costituiscono e il loro microambiente che risulta essere sostanzialmente costituito dalla matrice
extracellulare e da altri citotipi.
Nella matrice extra cellulare sono presenti fibroblasti, macrofagi, mastociti cellule endoteliali,
citochine, fattori di crescita complessati in forma inattiva, proteine della matrice che possono essere
liberati per azioni di enzimi proteolitici.
Vi sono, infatti, fattori di crescita che in parte autoprodotti dalle cellule endoteliali sotto stimoli
infiammatori o ipossiemici sono in grado di stimolare la moltiplicazione e la migrazione delle
cellule endoteliali.
Fra i principali fattori angiogenici ricordiamo:
 fibroblast growth factor-2
 vascular endothelial growth factor
 transforminggrowth factor-beta
 hepatocyte growth factor
I tumori molto vascolarizati esprimono il VEGF che è anche in grado di determinare un aumento
della permeabilità vascolare; l’elevata permeabilità è una delle caratteristiche fenotipiche delle
cellule endoteliali dei vasi tumorali. Sono state chiamate in causa anche un aumentata espressione
di molecole di adesione e la facilitazione all homing delle metastasi.
E’ quindi evidente che l’organo endoteliale è rappresentato in tutto l’organismo e partecipa a tutti i
processi fisiologici e patologici.
E’ capace di sintetizzare un’infinità di molecole come: neuropeptidi, neurotrasmettitori, citochine,
fattori di crescita, molecole di adesione e recettori di membrana.
Ha un comportamento circadiano. E’ un organo complesso e come tale è soggetto a moltissime
patologie; la maggior parte delle quali viene attribuita ,erroneamente, ad un organo specifico.
Si spera in un prossimo futuro che il sistema endoteliale venga sempre più preso in considerazione
nelle patologie degenerative cerebrali e nell’invecchiamento.
“un individuo è vecchio quanto sono vecchi i suoi vasi sanguigni”
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